CALMA PRECARIA DOPO SCONTRI IERI - Una calma precaria è tornata questa mattina a Istanbul dopo i violenti scontri di ieri fra decine di migliaia di manifestanti anti-governativi e le forze antisommossa che secondo Amnesty International avrebbero fatto due morti e più di mille feriti. Il bilancio ufficiale del governo turco è invece di 79 feriti, 53 civili e 26 agenti. Nella notte ci sono stati ancora scontri a Istanbul e Ankara vicino agli uffici del capo del governo Recep Tayyip Erdogan. La polizia ha caricato, usando anche gas lacrimogeni, proiettili di gomma e cannoni ad acqua le migliaia di manifestanti che si avvicinavano gridando "Tayyip Istifa" ('Tayyip vattené, ndr). Il movimento di rivolta, partito lunedì scorso da una protesta contro la distruzione del parco di Gezi, nel cuore di Istanbul, si è esteso a tutto il Paese. Ci sono state ieri manifestazioni in 90 città turche, mille persone sono state arrestate.
E' ora secondo diversi analisti - alcuni dei quali parlano di una "primavera turca", dopo quelle arabe - il più importante contro il governo da quando è arrivato al potere nel 2002. Piazza Taksim, cuore della Istanbul europea riconquistato ieri pomeriggio dai manifestanti dopo che la polizia ha tolto l'assedio, è rimasta presidiata tutta notte da centinaia di persone. Nuove concentrazioni sono state autoconvocate dalle reti sociali per il pomeriggio. La tensione rimane alta. Dai siti arriva una valanga di denunce della estrema brutalità ieri della polizia turca, che ha coperto i manifestanti di gas lacrimogeni, sparandoli ad altezza d'uomo, e pallottole di gomma. Sui social network circolano migliaia di video e foto di feriti gravi, di scene di caccia all'uomo e di grande brutalità da parte delle forze dell'ordine. Quattro manifestanti, colpiti agli occhi, hanno perso la vista.
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